domenica 25 maggio 2014

Fabio Moscatelli - L'Ultima Fermata

Tempo fa decisi che era giunto il momento di intraprendere questo viaggio;
sapevo che non avrei avuto bisogno di mezzi di trasporto, anche se la distanza da percorrere e la meta non erano definite.
Nessuno biglietto, nella borsa i ricordi e le emozioni di anni lontani. Ogni fermata ha rappresentato un flashback: fermate obbligate per riassaporare il gusto agrodolce, le sensazioni malinconiche e non, i momenti.
Fermarsi faceva male,aumentava il rimpianto di ciò che non è e non potrà essere, perché non c’è modo di opporsi al destino.
Mi sono emozionato nel rivedermi bambino, ho sbirciato da un finestrino reso
opaco dalle gocce di pioggia, ho ripercorso gli anni fino all'ultima fermata, quella del 96, quando il bambino ha lasciato posto all'uomo, nel momento
stesso in cui un altro uomo se ne andava, per compiere quel viaggio
da cui non si può tornare, il cui biglietto di sola andata viene emesso insieme al
primo vagito.
Ma forse è tutto un sogno,ecco cos’è questo torpore, stiamo forse dormendo e
sognando, chissà, magari per sempre…
L’ultima fermata mi aspetta, dovrò scendere anche io un giorno,ma sarà solo
per partire nuovamente e provare ad essere quello che mi hai lasciato.
Il viaggio non avrà fine, perché quando smetterò di sognarti, sarai tu che sognerai me, e continueremo ad essere insieme, come sempre, come da sempre…

Fabio Moscatelli - Arriving somewhere, not here...

Andrei ha 10 anni e fino a poco tempo fa conduceva la vita normale e spensierata che ogni bimbo della sua età dovrebbe avere.
Poi la crisi economica, il padre che perde il lavoro, la mamma costretta a lasciarlo per un impiego in Italia.
In pochi mesi la mancanza della madre si trasforma in un pesante fardello emotivo, che unito ai problemi di un padre vittima dell’alcool, diventa insostenibile. La presenza dei suoi parenti ed il forte legame con la sua terra di origine, non basta a colmare il vuoto che sente.
Andrei riesce a raggiungere la mamma in Italia, dopo una lunga e penosa battaglia legale tra i suoi genitori, ma quello che sembrava un lieto fine, è invece l'inizio di una nuova esistenza in cui tutto è diverso, le aspettative si tramutano in delusioni.
La nostalgia delle sue vecchie abitudini e la difficoltà di integrarsi nella nuova società, genera in lui un forte disagio; a peggiorare la situazione, il mancato sbocciare di un rapporto con il nuovo compagno della mamma.
Andrei si chiude in se stesso, i solandosi in una prigionia mentale e fisica; difficilmente lascia quella casa che non sente neanche sua, ma che al momento sembra davvero l'unico rifugio.
Il suo corpo è in Italia, il suo spirito è ancora lì, nella sua Romania, perché Andrei è arrivato da qualche parte, ma non qui...

Fabio Moscatelli - The Right Place

La casa è il vostro corpo più grande. Vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte; e non è senza sogni  (Khalil Gibran)

Una casa è una macchina per abitare  (Le Corbusier)

Il concetto di casa è magnificamente espresso in questi due aforismi, apparentemente così lontani, eppure così vicini.
Un bene prezioso, un valore assoluto per ogni individuo; ma come sta cambiando il concetto stesso di casa in un questo periodo di profonda crisi economica?
Nell'immaginario collettivo siamo soliti associare l'idea ad appartamenti, ville, palazzi, castelli, tutto ciò che da sempre rappresenta un rifugio, grande o piccolo, ricco o modesto che sia.
Oggi tutto ciò sta lentamente subendo delle variazioni quasi antropologiche; facendo riferimento alla frase di Le Corbusier, oggi casa è una macchina per abitare, e la nostra ricerca fotografica ci sta portando ad indagare su quanti, vittime della crisi, sono costretti a reinventarsi il concetto di casa e soprattutto a viverlo, come forse mai avrebbero immaginato.
Roulotte, camper e persino automobili, sono le nuove dimore degli italiani che non riescono più a permettersi un tetto, nel senso comune del termine.
Ma indipendentemente dalla sua forma, la casa è sempre il luogo dove torniamo, dove troviamo rifugio dall'esterno, è e sarà sempre il posto giusto...

venerdì 23 maggio 2014

Valentina Conti - Siamo marinai tutti nella stessa barca...

Edgar è un uomo colombiano che ha trascorso gli ultimi 11 anni della sua vita come detenuto presso il carcere di Rebibbia. Ora sconta gli ultimi mesi della sua pena in libertà vigilata. Ogni giorno è una piccola conquista in più verso la libertà, una riscoperta della sacralità che si cela dietro ogni gesto quotidiano. Cosa diventano la solitudine e la determinazione quando il tempo si dilata e i giorni sono densi di silenzio? Cosa vuol dire ricostruirsi un’identità e ridisegnare una vita dopo un’esperienza così totalizzante? Questo reportage vuole fornire uno spaccato su una vicenda umana che ha più interrogativi che risposte, e di certo  molte sfide. E’ un percorso in cui si intrecciano sbaglio e redenzione, fiducia e titubanza, coniugazione di passato e presente, dove ogni sussulto nasconde l’unico enorme desiderio di sentirsi vivi.

mercoledì 21 maggio 2014

Sara Rossetti - Città Giardino

40.000 anime tra i Castelli Romani e il Grande Raccordo Anulare. Tre stazioni ferroviarie, un aeroporto internazionale. Stratificazioni edilizie che vanno dai reperti archeologici di età romana al boom edilizio popolare degli anni ’80, che fanno di questo comune satellite della Capitale un caso esemplare di paesaggi ora desolati ora sorridenti che si intersecano.
Ma che cosa vuol dire vivere  e crescere a Ciampino? Che cosa vuol dire fare il pendolare? Qual è il significato della vita in periferia, quando l’identità reale o presunta del territorio è quella di una “borgata castellana”?
Questo progetto fotografico azzarda risposte a queste domande osservando le strade, le architetture, le mura, tutto l’arredo urbano e, inevitabilmente, la presenza umana presente e passata.

Andare su e giù a Ciampino, per 25.000 lire al mese, come faccio, è una cosa insopportabile. Eppure la sopporto... (P. P. Pasolini, 1954)