lunedì 28 aprile 2014

Monica Ranieri - Un paguro oltre lo specchio

La pioggia tamburella sui miei pensieri, bagna di malinconia possibilità sognate, e con alle spalle un sogno, attendo un risveglio in un’ora che continua a sfuggire, mi rifletto nei miei desideri, mi protendo ad afferrare luci nell’oscurità e udire voci nel silenzio, che mi lascino intravedere un passaggio per attraversare lo specchio. E mi porto dietro cicatrici, la sensazione di essere ancora nel pieno della vertigine, o dell’estasi, sospesa tra il bianco ed il nero, immersa nelle sfumature, confusa tra linee che sembrano solo incrociarsi e perdersi, illusoriamente. Attratta dall’eterno ritorno del cerchio, indecisa se rimanere sul bordo, o saltare dentro.

Sono schegge, frammenti, segnali nel silenzio, luci nell’oscurità, illusioni. Aggrapparsi a sogni, desideri, ricordi, quando tutte le certezze intorno sono svanite ormai da tempo, e il dubbio, l’incapacità di andare avanti, di agire, formano la mente e scandiscono interminabili ore in cui la vita pure va avanti, regalando tesori che avidamente assaporiamo senza riuscire ad essere per loro una casa. Continuando a trovare rifugio in nascondigli di silenzio e di invisibilità, con l’ansia costante di trovare un modo per uscire, per brillare, per parlare, per danzare, per conquistare un nuovo modo di essere, di guardare, per riuscire finalmente a riflettersi in qualcosa,senza catene, senza filtri, per essere liberi.

Nessun commento:

Posta un commento